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Il tema della cultura popolare è stato a lungo l'interesse centrale degli studi antropologici in Italia. Negli ultimi vent'anni, tuttavia, il dibattito in proposito si è progressivamente esaurito e frammentato. Tentare di riprenderlo oggi significa confrontarsi con problemi, sia epistemici che politici, completamente diversi da quelli degli anni Settanta. La crisi dei concetti antropologici classici di cultura e identità ha cambiato radicalmente il modo di pensare e di rappresentare etnograficamente le appartenenze locali. Inoltre, è cambiato profondamente lo sfondo etico-politico di un possibile 'uso pubblico" della cultura popolare, e di ciò risentono le politiche di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale etnografico. Ma, soprattutto, una definizione di cultura popolare non può fare a meno di affrontare il rapporto tra l'ambito del folklore cosiddetto tradizionale e quello dell'industria culturale di massa. Se l'antropologia ha cercato a lungo di tenere separati i due campi, 'proteggendo" l'autentica tradizione dall'invadenza omologante della cultura di massa, oggi è necessario riconoscerne le relazioni e inserirle nel contesto di una teoria delle differenze culturali nella società contemporanea.